Temat: Gli Italiani scappano dall'Italia
Sono contento che l'argomento sia interessante per tante persone :)
Rispondo ai vari interventi a chi ha chiesto la mia opinione, ma premetto che sono praticamente d'accordo con tutti :)
- Il cosiddetto "effetto boomerang" che vede le persone andare all'estero e poi tendere a tornare nel proprio Paese credo che sia comune un po' a tutti. Del resto, c'è sempre il fattore istinto che ci lega, per un fattore o per un altro, alla propria terra. Può essere la famiglia, o il clima, o lo stile di vita, o gli amici, o il cibo, e chi più ne ha più ne metta. Ma alla fine molto dipende dalla condizione di vita in cui ci si trova.
- Da questo primo punto, si può vedere che mi trovo piuttosto d'accordo con Francesco...
Tutto è relativo.
Non sono iscritto all'AIRE, come la stramaggioranza degli italiani all'Estero, anzi, non si sa neanche della sua esistenza. Nella situazione attuale mi trovo benissimo e non ho bisogno al momento di altro, quindi, sebbene non abbia approfondito il ruolo di questa associazione, non sento la necessità di farlo.
- Purtroppo c'è ancora questa differenza tra Europa Orientale e Occidentale, in cui tendenzialmente è più difficile per un orientale altamente qualificato trovare lavoro all'estero di quanto non lo sia per un occidentale trovarlo a Est della Germania. Lo dico per una serie di esperienze dirette con cui sono entrato in contatto e pesandole tra di loro.
- Come dice ALina, l'emigrazione dall'Italia non è fenomeno nuovo, ma appunto, 70 anni fa lo si faceva per fame, e ora lo si fa per sfruttare meglio le proprie doti, acquisite durante gli studi e non solo.
Facendo una generalizzazione approssimativa, possiamo dire che si va da un eccesso all'altro, dalla voglia di lavorare poco degli italiani (ma non tutti) a quella di lavorare troppo (però obbligati) dei cinesi (e guadagnare poco, che è una precisazione non di poco conto, perchè è da qui che nasce la famosa "concorrenza sleale" dei cinesi).
Concordo sull'ultimo intervento di Alina. In certe situazioni così complesse la soluzione è sempre quella di trovare una specie di via di mezzo. Ma c'è anche da dire che non è sempre semplice, perchè una persona che studia per fare un certo tipo di lavoro e non ha la possibilità di farlo, perde le motivazioni. E da lì a fare l'operaio, il muratore o il pizzaiolo non è particolarmente gratificante.
- Rispondendo ad Andrea, a cui gli dò il benvenuto, ripeto solo il primo concetto, e cioè che c'è ancora una differenza, probabilmente dettata dal pregiudizio, tra Europa Orientale e Occidentale. In italia non sono interessati ad assumere personale qualificato dell'Europa dell'Est in quanto si ritengono inferiori i loro studi e la loro formazione professionale. L'opposto si verifica in Oriente per un Occidentale. Ci sono più possibilità, e a volte il Curriculum non è un deterrente, ma solo un fattore integrante. Ovviamente è una generalizzazione. Lo preciso per evitare obiezioni come di solito.
Sulle agenzie di lavoro italiane, non sarei così categorico come Andrea. Loro lavorano in base alle commesse che gli vengono date, e vista la situazione che c'è in Italia, le conseguenze sono quelle che sono.
Chiudo seguendo la citazione di Gaetano e astraendo un attimo dall'argomento "fuga di talenti" con un pensiero a mio giudizio fantastico di una grandissimo uomo, Tiziano Terzani.
Terzani era (per me, "è") colui che più di qualunque politica e di qualunque religione, professava il ruolo dell'uomo come fine e non come mezzo. Applicava davvero il pensiero della ricerca del benessere e della felicità, e anzi, precisava che lo scopo dell'uomo non è quello di essere "felice", ma quello di essere "contento". L'uomo deve sapersi "accontentare", e solo così può dirsi felice.
Per fare questo, è necessario un cambio radicale dell'economia e del lavoro, perchè con la filosofia attuale non si arriverà mai alla contentezza, ma sempre allo stress.
"L'economia di oggi è fatta per costringere la gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose perlopiù inutili che altri lavorano a ritmi spaventosi per poter comprare".