Temat: W języku Dantego
Eugenio Montale (1896-1981) - włoski poeta, prozaik i eseista. Urodził się w Genui
w rodzinie biznesmenów. Nie ukończył studiów wyższych, ponieważ przerwał je, aby kształcić się prywatnie w nauce śpiewu. Pasjonował się operą i teatrem. Brał udział
w I wojnie światowej jako oficer piechoty. Po wojnie poświęcił się literaturze, głównie eseistyce kulturalnej i poezji. Jako poeta debiutował w 1925 roku tomem" Ossi di seppia" (Szkielety mątwy), bardzo dobrze przyjętym przez krytykę literacką. Od 1928 roku zamieszkał we Florencji, gdzie pracował jako dyrektor biblioteki. W 1939 roku opublikował drugi tom wierszy "Le ocasioni" (Okazje), który ugruntował jego pozycję czołowego poety włoskiego. Inne ważniejsze jego książki poetyckie to: "La bufera e altro" (Zawierucha i inne, 1956), "Satura" (1971), "Diario del '71 e del '72" (Dziennik z lat '71 i '72, 1973), "Quaderno di quatro anni" (Zeszyt z czterech lat, 1977), "Altri versi" (Inne wiersze, 1980).
Był doktorem
honoris causa uniwersytetów w Rzymie, Mediolanie, Cambridge i Bazylei.
Za wybitne osiągnięcia w dziedzinie literatury i sztuki został mianowany przez prezydenta Włoch dożywotnim senatorem. W 1975 roku został laureatem Nagrody Nobla w dziedzinie literatury. Zmarł w 1981 roku w Mediolanie, w wieku 85 lat.
Po polsku wydano dwa tomiki jego poezji:
Wiersze wybrane. Wybrał i przełożył Zygmunt Ławrynowicz. Wyd. Kwiat Lotosu, Londyn (brak daty wyd.) i
Poezje wybrane. Wybrała i wstępem opatrzyła Halina Kralowa. PIW, Warszawa 1987. Wiersze Eugenia Montalego drukowane były też w "Literaturze na Świecie" nr 2(58)/1976 i nr 11(196)/1987.
Z tomu „Ossi di seppia”, 1925
I limoni
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantanoi ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.
przekład Zygmunta Kubiaka pt. „Drzewa cytrynowe”
w temacie W harmonii z przyrodą
* * *
a K.
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le pietraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera e i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio di un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto si esprime libera un'anima ingenua,
vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella memoria grigia
schietto come la cima di una giovane palma...
przekład Renaty Wojdan pt. "***[Wspominam twój uśmiech...]"
w temacie Wspomnienia
* * *
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi; fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
przekład Zygmunta Kubiaka pt. "***[Często ból życia spotykałem...]"
w temacie "Okrutną zagadką jest życie"...
Quasi una fantasia
Raggiorna, lo presento
da un albore di frusto
argento alle pareti:
lista un barlume le finestre chiuse.
Torna l'avvenimento
del sole e le diffuse
voci, i consueti strepiti non porta.
Perché? Penso ad un giorno d'incantesimo
e delle giostre d'ore troppo uguali
mi ripago. Traboccherà la forza
che mi turgeva, incosciente mago,
da grande tempo. Ora m'affaccerò,
subisserò alte case, spogli viali.
Avrò di contro un paese d'intatte nevi
ma lievi come viste in un arazzo.
Scivolerà dal cielo bioccoso un tardo raggio.
Gremite d'invisibile luce selve e colline
mi diranno l'elogio degl'ilari ritorni.
Lieto leggerò i neri
segni dei rami sul bianco
come un essenziale alfabeto.
Tutto il passato in un punto
dinanzi mi sarà comparso.
Non turberà suono alcuno
quest'allegrezza solitaria.
Filerà nell'aria
o scenderà s'un paletto
qualche galletto di marzo.
przekład Cezarego Geronia pt. "Quasi una fantasia"
w temacie W harmonii z przyrodą
* * *
Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
przekład Zygmunta Kubiaka pt. „***[Przynieś mi tu słonecznik...]”
w temacie Nobliści
Z tomu „Le occasioni” 1939
Verso Vienna
Il convento barocco
di schiuma e di biscotto
adombrava uno scorcio d'acque lente
e tavole imbandite, qua e là sparse
di foglie e zenzero.
Emerse un nuotatore, sgrondò sotto
una nube di moscerini,
chiese del nostro viaggio,
parlò a lungo del suo d'oltre confine.
Additò il ponte in faccia che si passa
(informò) con un solo di pedaggio.
Salutò con la mano, sprofondò,
fu la corrente stessa...
Ed al suo posto,
battistrada balzò da una rimessa
un bassotto festoso che latrava,
fraterna unica voce dentro l'afa.
przekład Urszuli Kozioł pt. „W stronę Wiednia”
w temacie Wiersze z podróży
Il carnevale di Gerti
Se la ruota si impiglia nel groviglio
delle stesse filanti ed il cavallo
s'impenna tra la calca, se ti nevica
fra i capelli e le mani un lungo brivido
d'iridi trascorrenti o alzano i bambini
le flebili ocarine che salutano
il tuo viaggio e i lievi echi si sfaldano
giù dal ponte sul fiume
se si sfolla la strada e ti conduce
in un mondo soffiato entro una tremula
bolla d'aria e di luce dove il sole
saluta la tua grazia-hai ritrovato
forse la strada che tentò un istante
il piombo fuso a mezzanotte quando
finì l'anno tranquillo senza spari.
Ed ora vuoi sostare dove un filtro
fa spogli i suoni
e ne deriva i sorridenti ed acri
fumi che ti compongono il domani;
ora chiedi il paese dove gli onagri
mordano quadri di zucchero dalle tue mani
e i tozzi alberi spuntino germogli
miracolosi al becco dei pavoni.
(Oh, il tuo carnevale sarà più triste
stanotte anche del mio, chiusa fra i doni
tu per gli assenti: carri dalle tinte
di rosolio, fantocci ed archibugi,
palle di gomma, arnesi da cucina
lillipuziani: l'urna li segnava
a ognuno dei lontani amici l'ora
che il gennaio si schiuse e nel silenzio
si compì il sortilegio. È carnevale
o il dicembre s'indugia ancora? Penso
che se muovi la lancetta al piccolo
orologio che rechi al polso, tutto
arretrerà dentro un disfatto prisma
babelico di forme e di colori... )
E il natale verrà e il giorno dell'anno
che sfolla le caserme e ti riporta
gli amici spersi e questo carnevale
pur esso tornerà che ora ci sfugge
tra i muri che si fendono già. Chiedi
tu di fermare il tempo sul paese
che attorno si dilata? Le grandi ali
screziate ti sfiorano, le logge
sospingono all'aperto esili bambole
bionde, vive, le pale dei mulini
rotano fisse sulle pozze garrule.
Chiedi di trattenere le campane
d'argento sopra il borgo e il suono rauco
delle colombe? Chiedi tu i mattini
trepidi delle tue prode lontane?
Come tutto si fa strano e difficile
come tutto è impossibile, tu dici.
La tua vita è quaggiù dove rimbombano
le ruote dei carriaggi senza posa
e nulla torna se non forse
in questi disguidi del possibile.
Ritorna là fra i morti balocchi
ove è negato pur morire; e col tempo che ti batte
al polso e all'esistenza ti ridona,
tra le mura pesanti che non s'aprono
al gorgo degli umani affaticato,
torna alla via dove con te intristisco
quella che mi additò un piombo raggelato
alle mie, alle tue sere:
torna alle primavere che non fioriscono.
przekład Władysława Larka pt. „Karnawał Gerti”
w temacie Niech żyje bal
A Liuba che parte
Non il grillo ma il gatto
del focolare
or ti consiglia, splendido
lare della dispersa tua famiglia.
La casa che tu rechi
con te ravvolta, gabbia o cappelliera?
sovrasta i ciechi tempi come il flutto
arca leggera - e basta al tuo riscatto.
przekład Urszuli Kozioł pt. „Na odjazd Liuby”
w temacie Rozstania
* * *
Lo sai: debbo riperderti e non posso.
Come un tiro aggiustato mi sommuove
ogni opera, ogni grido e anche lo spiro
salino che straripa
dai moli e fa l'oscura primavera
di Sottoripa.
Paese di ferrame e alberature
a selva nella polvere del vespro.
Un ronzìo lungo viene dall'aperto,
strazia com'unghia i vetri. Cerco il segno
smarrito, il pegno solo ch'ebbi in grazia
da te.
E l'inferno è certo.
przekład Zygmunta Ławrynowicza pt. "* * *[Ty wiesz...]"
w temacie "Okrutną zagadką jest życie"...
* * *
La speranza di pure rivederti
m'abbandonava;
e mi chiesi se questo che mi chiude
ogni senso di te, schermo d'immagini,
ha i segni della morte o dal passato
č in esso, ma distorto e fatto labile,
in
tuo barbaglio:
(a Modena, tra i portici,
un servo gallonato trascinava
due sciacalli al guinzaglio).
przekład Urszuli Kozioł pt. „***[Nadzieja, że jednak cię zobaczę...]”
w temacie Nadzieja
* * *
...ma cosí sia. Un suono di cornetta
dialoga con gli sciami del querceto.
Nella valva che il vespero riflette
un vulcano dipinto fuma lieto.
La moneta incassata nella lava
brilla anch'essa sul tavolo e trattiene
pochi fogli. La vita cge sembrava
vasta è piú breve del tuo fazzoletto.
przekład Zygmunta Ławrynowicza pt. "* * *[...lecz niech tak będzie...]"
w temacie "Okrutną zagadką jest życie"...
Z tomu „La bufera e altro”, 1956
La bufera
Les princes n'ont point d'yeux pour voir ces grand's merveilles ,
Leurs mains ne servent plus qùà nous persécuter...
(Agrippa D'aubigné: A Dieu)
La bufera che sgronda sulle foglie
dure della magnolia i lunghi tuoni
marzolini e la grandine,
(i suoni di cristallo nel tuo nido
notturno ti sorprendono, dell'oro
che s'é spento sui mogani, sul taglio
dei libri rilegati, brucia ancora
una grana di zucchero nel guscio
delle tue palpebre)
il lampo che candisce
alberi e muro e li sorprende in quella
eternità d'istante - marmo manna
e distruzione - ch'entro te scolpita
porti per tua condanna e che ti lega
piú che l'amore a me, strana sorella, -
e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
dei tamburelli sulla fossa fuia,
lo scalpicciare del fandango, e sopra
qualche gesto che annaspa...
Come quando
ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,
mi salutasti - per entrar nel buio.
przekład Renaty Wojdan pt. „Zawierucha” w tematach W czasie deszczu
nudzą się dzieci, ale nie poeci i Kalendarz poetycki na cały rok
Il tuo volo
Se appari al fuoco (pendono
sul tuo ciuffo e ti stellano
gli amuleti)
due luci ti contendono
al borro ch' entra sotto
la volta degli spini.
La veste è in brani, I frùtici
calpesti rifavillano
e la gonfia peschiera dei girini
umani s' apre ai solchi della notte.
Oh non turbar l'immondo
vivagno, lascia intorno
le cataste brucianti, il fumo forte
sui superstiti!
Se rompi il fuoco (biondo
cinerei I capelli
sulla ruga che tenera
ha abbandonato il cielo)
come potrà la mano delle sete
e delle gemme ritrovar tra I morti
il suo fedele?
przekład Marka Baterowicza pt. "Twój lot"
w temacie Lot nasz podniebny...
L'Arca
La tempesta di primavera ha sconvolto
l'ombrello del salice,
al turbine d'aprile
s'è impigliato nell'orto il vello d'oro
che nasconde i miei morti,
i miei cani fidati, le mie vecchie
serve - quanti da allora
(quando il salce era biondo e io ne stroncavo
le anella con la fionda) son calati,
vivi, nel trabocchetto. La tempesta
certo li riunirà sotto quel tetto
di prima, ma lontano, più lontano
di questa terra folgorata dove
bollono calce e sangue nell'impronta
del piede umano. Fuma il ramaiolo
in cucina, un suo tondo di riflessi
accentra i volti ossuti, i musi aguzzi
e li protegge in fondo la magnolia
se un soffio ve la getta. La tempesta
primaverile scuote d'un latrato
di fedeltà la mia arca, o perduti.
przekład Renaty Wojdan pt. „Arka” w tematach
Nim przyjdzie wiosna... i Kalendarz poetycki na cały rok
Giorno e notte
Anche una piuma che vola può disegnare
la tua figura, o il raggio che gioca a rimpiattino
tra i mobili, il rimando dello specchio
di un bambino, dai tetti. Sul giro delle mura
strascichi di vapore prolungano le guglie
dei pioppi e giù sul trespolo s'arruffa il pappagallo
dell'arrotino. Poi la notte afosa
sulla piazzola, e i passi, e sempre questa dura
fatica di affondare per risorgere eguali
da secoli, o da istanti, d'incubi che non possono
ritrovare la luce dei tuoi occhi nell'antro
incandescente - e ancora le stesse grida e i lunghi
pianti sulla veranda
se rimbomba improvviso il colpo che t'arrossa
la gola e schianta l'ali, o perigliosa
annunziatrice dell'alba,
e si destano i chiostri e gli ospedali
a un lacerìo di trombe...
przekład Radosława Kłosa pt. „Dzień i noc”
w temacie Wiersze na różne pory dnia
L'Anguilla
L'anguilla, la sirena
dei mari freddi che lascia il Baltico
per giungere ai nostri mari,
ai nostri estuari, ai fiumi
che risale in profondo, sotto la piena avversa,
di ramo in ramo e poi
di capello in capello, assottigliati,
sempre più addentro, sempre più nel cuore
del macigno, filtrando
tra gorielli di melma finché un giorno
una luce scoccata dai castagni
ne accende il guizzo in pozze d'acquamorta,
nei fossi che declinano
dai balzi d'Appennino alla Romagna;
l'anguilla, torcia, frusta,
freccia d'Amore in terra
che solo i nostri botri o i disseccati
ruscelli pirenaici riconducono
a paradisi di fecondazione;
l'anima verde che cerca
vita là dove solo
morde l'arsura e la desolazione,
la scintilla che dice
tutto comincia quando tutto pare
incarbonirsi, bronco seppellito;
l'iride breve, gemella
di quella che incastonano i tuoi cigli
e fai brillare intatta in mezzo ai figli
dell'uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu
non crederla sorella?
przekład Zygmunta Ławrynowicza pt."Węgorz"
w temacie O rybach i innych mieszkańcach mórz
Z tomu „Satura”, 1971
* * *
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche cosí è stato breve il nostro lugno viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
przekład Cezarego Geronia pt. "***[Zszedłem, podając ci ramię...]"
w temacie Motyw schodów w poezji
La Storia
La storia non si snoda
come una catena
di anelli ininterrotta.
In ogni caso
molti anelli non tengono.
La storia non contiene
il prima e il dopo,
nulla che in lei borbotti
a lento fuoco.
La storia non è prodotta
da chi la pensa e neppure
da chi l'ignora. La storia
non si fa strada, si ostina,
detesta il poco a paco, non procede
né recede, si sposta di binario
e la sua direzione
non è nell'orario.
La storia non giustifica
e non deplora,
la storia non è intrinseca
perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.
przekład Renaty Wojdan pt. „Historia”
w temacie Wędrówki po śladach historii
La belle dame sans merci
Certo i gabbiani cantonali hanno atteso invano
le briciole di pale che io gettavo
sul tuo balcone perché tu sentissi
anche chiusa nel sonno le loro strida.
Oggi manchiamo all'appuntamento tutti e due
e il nostro breakfast gela tra cataste
per me di libri inutili e per te di reliquie
che non so: calendari, astucci, fiale e creme.
Stupefacente il tuo volto s'ostina ancora, stagliato
sui fondali di calce del mattino;
ma una vita senz'ali non lo raggiunge e il suo fuoco
soffocato è il bagliore dell'accendino.
przekład Elżbiety Jamrozik pt. "La belle dame sans merci"
w temacie Schyłek miłości...
Le parole
Le parole
se si ridestano
rifiutano la sede
più propizia, la carta
di Fabriano, l’inchiostro
di china, la cartella
di cuoio o di velluto
che le tenga in segreto;
le parole
quando si svegliano
si adagiano sul retro
delle fatture, sui margini
dei bollettini del lotto,
sulle partecipazioni
matrimoniali o di lutto;
le parole
non chiedono di meglio
che l’imbroglio dei tasti
nell’Olivetti portatile,
che il buio dei taschini
del panciotto, che il fondo
del cestino, ridottevi
in pallottole;
le parole
non sono affatto felici
di essere buttate fuori
come zambrocche e accolte
con furore di plausi e
disonore;
le parole
preferiscono il sonno
nella bottiglia al ludibrio
di essere lette, vendute,
imbalsamate, ibernate;
le parole
sono di tutti e invano
si celano nei dizionari
perché c’è sempre il marrano
che dissotterra i tartufi
più puzzolenti e più rari;
le parole
dopo un’eterna attesa
rinunziano alla speranza
di essere pronunziate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute
przekład Renaty Wojdan pt. „Słowa”
w temacie W zamieci słowa...
Divinità in incognito
Dicono
che di terrestri divinità tra noi
se ne incontrano sempre meno.
Molte persone dubitano
della loro esistenza su questa terra.
Dicono
che in questo mondo o sopra ce n’è una sola o nessuna;
credono
che i savi antichi fossero tutti pazzi,
schiavi di sortilegi se opinavano
che qualche nume in incognito
li visitasse.
Io dico
che immortali invisibili
agli altri e forse inconsci
del loro privilegio,
deità in fustagno e tascapane,
sacerdotesse in gabardine e sandali,
pizie assorte nel fumo di un gran falò di pigne,
numinose fantasime non irreali, tangibili,
toccate mai,
io ne ho vedute più volte
ma era troppo tardi se tentavo
di smscherarle.
Dicono
che gli dei non discendono quaggiù,
che il creatore non cala col paracadute,
che il fondatore non fonda perchè nessuno
l’ha mai fondato o fonduto
e noi siamo solo disguidi
del suo nullificante magistero;
Eppure
se una divinità, anche d’infimo grado,
mi ha sfiorato
quel brivido m’ha detto tutto e intanto
l’agnizione mancava e il non essente
essere dileguava.
przekład Radosława Kłosa pt. „Bóstwa incognito” w temacie
Między sacrum a profanum (motywy religijne w poezji świeckiej)
Z tomu „Diario del '71 e del '72”, 1973
A questo punto
A questo punto smetti
dice l'ombra.
T'ho accompagnato in guerra e in pace e anche
nell'intermedio,
sono stata per te l'esaltazione e il tedio,
t'ho insufflato virtù che non possiedi,
vizi che non avevi. Se ora mi stacco
da te non avrai pena, sarai lieve
più delle foglie, mobile come il vento.
Devo alzare la maschera, io sono il tuo pensiero,
sono il tuo in-necessario, l'inutile tua scorza.
A questo punto smetti, strappati dal mio fiato
e cammina nel cielo come un razzo.
C'è ancora un lume all'orizzonte
e chi lo vede non è un pazzo, è solo
un uomo e tu intendevi non esserlo
per amore di un'ombra. T'ho ingannato
ma ora ti dico a questo punto smetti.
Il tuo peggio e il tuo meglio non t'appartengono
e per quello che avrai puoi fare a meno
di un'ombra. A questo punto
guarda con i tuoi occhi e anche senz'occhi.
przekład Anny Kamieńskiej pt. „Tylko dotąd” w temacie
Oślepiony błyskiem, czyli o tym, co się mowie wymyka
La pendola a carillon
La vecchia pendola a carillon
Veniva dalla Francia forse dal tempo
Del secondo impero.
Non dava trilli o rintocchi ma esalava
Più che suonare tanto n’era fioca la voce
L’entrata di Escamillo o le campane
Di Corneville: le novità di quando
Qualcuno l’acquistò: forse il proavo
Finito al manicomio e sotterrato
Senza rimpianti, necrologi o altre
Notizie che turbassero i suoi non nati nipoti.
I quali vennero poi e vissero senza memoria
Di chi portò quell’oggetto tra inospiti mura sferzate
Da furibonde libecciate – e chi
Di essi ne udì il richiamo ? era una sveglia
Beninteso che mai destò nessuno
Che non fosse già sveglio. Io solo un’alba
Regolarmente insonne tradii l’ectoplasma
Vocale,il soffio della toriada,
ma appena per un attimo. Poi la voce
della boite non si estinse ma si fece parola
poco udibile e disse «non c’è molla né carica
che un giorno non si scarichi. Io ch’ero
il Tempo lo abbandono. Ed a te che sei l’unico
mio ascoltatore dico cerca di vivere
nel fuordeltempo, quello che nessuno
può misurare. Poi la voce tacque
e l’orologio per molti anni ancora
rimase appeso al muro. Probabilmente
v’è ancora la traccia sull’intonaco.
przekład Anny Kamieńskiej pt. „Zegar z kurantem”
w temacie Czas, zegary...
Non c'è morte
Fu detto che non si può vivere senza la carapace
Di una mitologia.
Non sarebbe gran male se non fosse che sempre
L’ultima è la peggiore.
I grandi numi erano confortevoli,
non importa se ostili.
I nuovi propinano una vile
Benevolenza ma ignorano la nostra sorte.
Non solo sono al buio di chi vive
Ma restano all’oscuro di se stessi.
Pure hanno un volto amico anche se uccidono
E non c’è morte dove mai fu nascita.
Il tempo è alleato della morte. Più esso trascorre più i ricordi sfumano e la
vita diventa oscura ed in conoscibile.
przekład Anny Kamieńskiej pt. „Śmierci nie ma” w temacie Śmierć
Inne wiersze Eugenia Montalego w tematach:
Nobliści, Autoportret w lustrze wiersza, Umysł i potęga myśli, Ogród przedziwny, Włosy, Wiersze jak kartki z pamiętnika,
”Niebo jest u stóp matki”, Testament w poezji, Motyw studni w poezji, Kalendarz poetycki na cały rokRyszard Mierzejewski edytował(a) ten post dnia 05.07.11 o godzinie 09:02